Fai ciò che sei – PODCAST n.16

Spesso mi capita di ricevere messaggi privati da parte di persone che si complimentano con me esortandomi a continuare quello che sto facendo. Il più delle volte questo avviene da parte di persone silenziose, che mai hanno commentato pubblicamente quello che ho scritto, con cui non mai ho parlato prima. Questa è una delle principali motivazioni per cui vado avanti. Ogni messaggio è una vera boccata d’ossigeno che mi fa comprendere quante “belle” persone silenziose ci siano nascoste tra le poche “brutte” che invece schiamazzano e sembrano la maggioranza. Sembrano.

Qualche volta mi capita anche di ricevere messaggi di critica. Alcuni costruttivi e interessanti, altri zeppi di insulti o minacce. Altri ancora suonano come una sorta di rimprovero, anche forte, da parte di persone deluse perché non ho parlato di uno specifico argomento, o al contrario perché ho parlato di uno specifico argomento, o ancora magari perché ne ho parlato ma non come volevano loro.

Ecco, su questo ultimo tipo di messaggi mi sento di dire qualcosa: io non sono qui per soddisfare le esigenze di nessuno, né per avere l’approvazione di qualcuno. Semplicemente non mi interessa.
Io parlo di ciò che ritengo più opportuno in quel dato momento, magari esortato da un ragionamento improvviso, da un fatto di cronaca, da un libro che ho letto, da un movimento emozionale, ecc. Spesso cerco anche di contestualizzare quel singolo contenuto in modo da costruirci sopra un ragionamento più ampio, più radicale, in modo che non ci si fermi all’analisi del singolo fatto. Difficilmente pianifico quello che dirò. Non rispondo a nessuno se non a me stesso, alla mia intelligenza e sensibilità (quantità e qualità di queste ultime opinabilissime, ci mancherebbe).

Se questo fa storcere il naso a qualcuno, non mi dispiace e non mi interessa: non è nelle mie priorità tenerne conto e penso che se lo fosse sarebbe un grave problema perché la libertà intellettuale di dire ciò che penso senza preoccuparmi degli “indici d’ascolto” è un punto fondamentale e non negoziabile.

Quindi, se questo non vi piace potete “cambiare canale”. Ci sono molte altre fonti da seguire, ci sono molti altri “personaggi” che non sono così radicali, estremisti e catastrofisti come me e che forse vi andranno più a genio.
Ad esempio ci sono persone che fanno controinformazione e che magari adorano e osannano l’operato e le parole del Papa quando il Papa è l’emblema del main stream in onda tutti i giorni sui tg nazionali; ci sono persone che si scagliano contro la massoneria ma fanno lingua in bocca con i gesuiti come se si potesse fare una cernita delle oligarchie o degli ordini iniziatici e dire che qualcuno di questi opera per il bene; ci sono persone che si dicono contro il sistema e poi sono conformati contro qualunque diversità; che “abbattiamo il capitalismo e la competizione” ma poi “w il nazionalismo” che è il capitalismo e la competizione tra nazioni; che sostengono la famiglia tradizionale perché “fare figli è creare forza lavoro così si rinverdisce lo stato” come se la famiglia non fosse uno dei mattoni su cui si fonda il capitalismo, la difesa del patrimonio, il classismo, lo statalismo, ecc.; che si sono svegliati dal torpore delle bugie istituzionali e poi ti danno una loro versione dei fatti che è meno credibile di quelle bugie; che si dicono anarchici e poi votano perché comunque intanto si fa qualcosa; che hanno capito che è il sistema a creare i poveri ma poi si scagliano contro gli ultimi che arrivano da un paese diverso anziché sul potere che li ha generati; che dicono “bisogna unirsi contro l’élite” e il debito è una truffa, i soldi ci sono per tutti, ma poi vogliono chiudere le frontiere perché non ci sono abbastanza soldi già per noi italiani, non per razzismo eh!; ci sono persone che si dicono contro la povertà e il dominio ma che sostengono il progresso e la tecnologia che ha distrutto e affamato mezzo mondo, come se la tecnologia non si basasse sulle stesse bugie dell’economia; che hanno paura della polizia europea ma onore alla polizia italiana, come se il colore del manganello cambiasse anche la sua funzione; che giustamente ti mettono in guardia sulle bugie della NASA e ti dicono di credere solo a quello che vedi ma poi ti dicono di credere che la terra sia piatta e che hai una cupola di vetro sulla testa con ologrammi e proiezioni; persone che “aiuto siamo in dittatura” ma poi “Hitler e Mussolini non hanno fatto cose tanto brutte”;  che hanno capito il marcio che c’è nel sistema politico e poi sostengono l’ennesimo nuovo partitino; che sono contro la violenza dei poteri forti e poi vorrebbero scannare i cattivi con altrettanta violenza; che vogliono difendere gli animali e il pianeta ma poi si gustano tranquillamente la bistecca o si allacciano le scarpe di pelle mentre ridicolizzano i vegani o gli ecologisti, quando la vera moda è proprio prendere per il culo quelli che hanno iniziato a fare l’unica cosa che dovrebbe fare chi ama davvero l’ambiente e gli animali: smettere di consumarli.

E’ ovvio che, in questo contesto storico e sociale, non può esistere una coerenza al 100% tra azione e pensiero e ognuno è chiamato a dei compromessi nella vita quotidiana, in base anche alla forza di ognuno che è diversa da persona a persona e a seconda di mille altri dettagli casuali della vita. Ma questo non significa che ideologicamente non possiamo essere al 100% puri e coerenti. Anzi dobbiamo pretenderlo e muoverci con questa priorità sia quando parliamo che quando ascoltiamo, e dobbiamo usare questa priorità come bussola per dirigere ogni nostra azione cercando di cambiare noi stessi per primi e realizzare quella coerenza anche nelle azioni. Questo è il punto. Non dobbiamo cambiare i nostri principi in modo che non entrino in conflitto con le nostre abitudini, e chiamare questa cosa “coerenza” perché in realtà sarebbe solo ipocrisia. Dobbiamo al contrario riconoscere dove siamo incoerenti, accettarlo e usare la nostra attuale incoerenza come stimolo a modificare le abitudini in base ai nostri principi.

Quindi ci sono tante pagine e personaggi per tutte le ipocrisie, potete scegliere quella più comoda e fare finta di non accorgervene nemmeno. Altrimenti potete rimanere qui con la consapevolezza però che le vostre aspettative non contano, che io non faccio mistero delle mie incoerenze, non voglio crearmi una prigione comoda e difficilmente parlerò di soluzioni. Ideologicamente io sono contro TUTTO il sistema, TUTTO il potere e contro TUTTE le sofferenze e da me avrete solo quello che penso, qualche informazione e una marea di dubbi sui quali potrete, se vorrete, ragionare un po’.