Nero, verde e bianco.

Anarchismo verde e pacifista.

smallf

Difficilmente in vita mia ho trovato schemi, ideologie o anche semplici parole che potessero descrivere completamente il mio pensiero, il mio sentire.
Però, nel cercare, ho trovato forse quello che più gli s’avvicina: Anarchismo verde e pacifista, simboleggiata da quest’immagine che ho creato.

Perché Anarchia? Anarchia perché è la filosofia più vicina all’essenza dell’essere umano, quella che lo rende più libero perché ha compreso quanto la libertà sia necessaria, vitale, irrinunciabile e raggiungibile solo quando nessun uomo domina su un altro, in nessun modo, in nessuna forma, per nessun motivo. Anarchia perché significa responsabilità, quella che ci si assume quando non ci sono ordini da eseguire o da dare, quando non si delega nessuna decisione importante proprio perché le decisioni portano responsabilità e un mondo in cui le istituzioni, le leggi, i capi, le religioni decidono, è un mondo di persone senza responsabilità.
Anarchia perché credo nella libera associazione di esseri umani come unica forma di organizzazione che davvero funzioni. Tutte le altre forme sono declinazioni di un qualche tipo di ricatto sociale, politico o economico. Sebbene molti pensino che assenza di autorità significhi caos e “legge del più forte”, basta guardarsi attorno per vedere che quel caos e quella legge sono posti in essere oggi, proprio grazie alla corruzione insita nelle forme gerarchiche ed autoritarie che opprimono il debole, il povero, danno sempre più forza al potente, al ricco, generando la spirale del classismo e della disuguaglianza, vero motore della criminalità.

Perché Verde? Verde semplicemente perché è l’estensione dell’anarchismo tra esseri umani al pianeta terra e quindi alla volontà di non dominare e rispettare tutti gli esseri viventi e non viventi che ci circondano, cercando di arrecare meno danno possibile. Non solo, verde anche perché primitivista e quindi consapevole di quello che eravamo prima che il sistema di dominio, distruzione e autorità chiamato civiltà ci trasformasse negli esseri che oggi siamo, privi della connessione con la natura, alieni in casa nostra e per questo sofferenti di una patologia tremenda e dissociante che ci ammala dentro e fuori.
Il ricongiungimento con la natura è un passo fondamentale perché è proprio da questa separazione che si è rotto l’equilibrio, si è creata la crepa che ha fatto trapelare tutte le forme di dominio che vediamo oggi. Non vedersi più come parte della natura, ma vedere nella natura un qualcosa da gestire, sfruttare, usare, dominare è il racconto tragico di un essere che si separa da se stesso e quindi diventa antagonista di una parte di sé, è l’essenza stessa della perdita di responsabilità, nella forma più devastante.

Perché Pacifista? Pacifista perché la non violenza è un cardine imprescindibile quando si vuole creare un mondo senza dominati né dominatori. Ogni forma di violenza, quando non necessaria, quando figlia di una libera scelta, è in sé una forma di dominio, coercizione. La lotta contro il potere, contro tutto ciò che attanaglia il mondo nella pressa del dominio, contro lo sfruttamento, la distruzione del pianeta, lo sterminio animale è tremendamente necessaria e non si può pensare di non assumersi la responsabilità del cambiamento, una volta capite queste ingiustizie, ma è altrettanto fondamentale comprendere come non si possa rispondere alla violenza con la violenza, né in termini filosofici, né in termini pratici. Le nostre armi sono altre: sono il boicottaggio, la critica, la controinformazione, la propaganda. Tutto ciò che può aiutare a far nascere una massa critica che si scrolli di dosso questo sistema. Non si crea un mondo anarchico senza gli anarchici, quindi la priorità è avvicinare più persone possibili a questi principi, piuttosto che tentare, con la violenza, di abbattere qualche “cattivo” o qualche simbolo. La strada della rivolta è fatta di comprensione e dissenso, di una marcia inarrestabile di pacifiche menti che rifiutano la prigione per costruire l’alternativa libertaria di cui abbiamo bisogno.