Occhi chiari, occhi scuri

Jane Elliot è una ex insegnante delle elementari in USA e attivista per i diritti civili.

Nel 1956 Jane effettua un esperimento con gli scolari della sua classe per far provare ai bambini cosa significhi davvero il razzismo. Così li divide in due gruppi: quelli con gli occhi azzurri da una parte e quelli con gli occhi marroni dall’altra, giustificando la divisione con motivazioni scientifiche inventate di sana pianta secondo cui i primi erano superiori ai secondi.

Di seguito ai bambini dagli occhi chiari viene concessa tutta una serie di privilegi (hanno i posti migliori in classe, possono bere prima dalla fontana, vengono sgridati raramente mentre vengono enfatizzate le loro capacità) mentre ai bambini con gli occhi scuri vengono applicate diverse vessazioni.
Nonostante i bambini prima dell’esperimento si dicevano contro la discriminazione razziale ed erano chiaramente persone socievoli, non aggressivi, che andavano d’accordo, in breve tempo la divisione effettuata dall’insegnante li trasformò radicalmente.

La stessa Jane in una successiva intervista rivela di come la stupì vedere “un’insieme di bambini meravigliosi, cooperativi e premurosi trasformarsi nel giro di 15 minuti in un insieme di individui maligni, aggressivi che applicavano la discriminazione” verso quelli che lei aveva indicato come inferiori. 
“Bambino con occhi scuri” era diventata un’offesa e una canzonatura esattamente come “negro”.

Dopo una settimana Jane invertì i ruoli dicendo che aveva mentito sulla superiorità dei bambini con occhi chiari e che era l’esatto opposto, facendo così provare ai bambini entrambe le esperienze del privilegio e della vessazione. Alla fine dell’esperimento fu spiegato agli scolari che era stato tutto solo un gioco per capire cos’era davvero il razzismo, ovvero una discriminazione basata su un elemento ininfluente come il colore degli occhi che non è diverso dal colore della pelle. Quei bambini, diventati adulti, ricordano oggi come quella esperienza cambiò radicalmente in positivo la loro vita.

L’esperimento è stato ripetuto più volte con gli stessi risultati e va a completare quelli più famosi di Milgram, Asch, Zimbardo ed altri sull’autorità, sul conformismo e sui gruppi minimi.
L’autorità e le condizioni sociali in cui viviamo possono trasformarci in veri e propri aguzzini che vessano i loro simili sulla base semplicemente di stereotipi propagandati dal potere costituito.

La cosa ancora più choccante fu determinare che i bambini credevano così tanto a questa divisione e ciò che si diceva della loro presunta superiorità/inferiorità che iniziarono a riflettere non solo nel comportamento ma anche nell’apprendimento scolastico ciò che si presumeva arbitrariamente dal colore dei loro occhi (i bambini con gli occhi scuri iniziarono ad avere difficoltà mentre gli altri andavano meglio), rafforzando così nei fatti lo stereotipo creato artificialmente (risultato già messo in evidenza dall’esperimento delle bambole https://goo.gl/dw3ffw)
Questo significa che uno stereotipo inventato di sana pianta, se creduto vero e diffuso, può creare le condizioni perché gli individui si adattino e lo mettano in pratica su loro stessi ottenendo il tremendo risultato che, ad un occhio non attento, quello stereotipo sembra essere basato sui fatti e non il contrario.

Video dell’esperimento: https://www.youtube.com/watch?v=onKVeZaDzWg

Jane oggi distrugge il razzismo in 1 minuto: https://www.youtube.com/watch?v=B3UkG4XB0ww