Voglia di manganello

Da qualche giorno gira impazzita sul web e sui giornali la notizia che in un asilo di Trieste i bambini sono impegnati in attività come toccarsi i genitali e travestirsi con abiti dell’altro sesso, in un gioco chiamato “Gioco del Rispetto”.
Era tutta una stronzata. (Link, Link, Link)

In realtà si tratta di un’attività messa a punto da esperti, facoltativa, che richiede il permesso scritto dei genitori, per la promozione della parità dei sessi, contro la violenza sulle donne e la libertà di scegliere un futuro lavorativo a piacimento, non legato necessariamente al proprio genere. Senza palpeggiamenti, che non affronta in alcun modo il tema della sessualità, né quello del gender.
Nonostante questo si è riusciti a farla passare per un’orrenda pratica pedofila e promotrice della fantomatica “ideologia di genere” e di questo mondo “alla rovescia”.
La notizia distorta è dilagata poi perché a farne eco sono stati i soliti siti di riferimento per tutti i cattofascisti d’Italia. Stiamo parlando del profilo Facebook di Matteo Salvini, del sito ImolaOggi, Piovegovernoladro ecc.
Ogni volta che questi signori si inventano cazzate su immigrati e gay, tutti i bacchettoni con la rabbia repressa, imbevuti di cattolicesimo e in cerca disperata del colpevole da lapidare per problemi che non riescono a capire, ci si buttano a pesce facendo dilagare le idiozie.

Già Montanelli, a suo tempo, ammoniva gli Italiani, dicendo che siamo un popolo che, appena ci sono problemi, si rifugia nel manganello. E temo che sia proprio quello che sta succedendo.
Purtroppo la soglia del senso critico si è appiattita in maniera choccante e c’è un esercito di persone che sta andando dietro alle molliche di pane di Salvini e company, quelli che vogliono far credere che “è tutta colpa della sinistra” con la sua politica che ci vuol fare invadere dagli immigrati, gli dà da mangiare, li fa stare negli alberghi e a noi italiani ci fa morire di fame, la sinistra che sta cercando di “far passare come normali i gay” e che per questo vuol spiegare ai bambini che gay è ok, e quindi tutti i bambini diventeranno gay (sic!).

Tutto questo ovviamente si compie abboccando a bufale gigantesche, dimenticando che destra e sinistra sono lo stesso identico problema perché servi dello stesso sistema, sistema di cui l’immigrazione è un sottoprodotto e, se ora ci troviamo dei poveracci alle porte, è colpa nostra, del nostro sfruttare le loro terre, dell’appoggiare le guerre che li hanno fatti fuggire da paesi in rovina.
Ma la cosa più importante è che ci sarebbe da mangiare per loro e per noi, se solo ci mettessimo a guardare oltre le opzioni che vengono messe davanti.

Stessa cosa per l’omosessualità. Si buttano qua e là notizie assurde, spesso bufale, a volte vere ma circoscritte a un singolo evento però fatte passare per la regola.
Si fa credere che gay è solo perversione, che è pedofilia, che è gente come Platinette, evitando di parlare di gay come Leonardo Da Vinci o di persone dalla vita promiscua come Oscar Wilde, senza contare tutti i gay che vivono vite normali, banali, come ogni altro uomo e donna del pianeta.
Essere gay, per chi non ha mai aperto un libro di storia, era davvero normale finché non è dilagato il Cristianesimo e il suo proclamare cosa potesse essere peccato e cosa no.
In effetti è veramente un ossimoro che a difendere il ruolo dei generi siano questi cattofascisti, loro che hanno sempre dettato legge su cosa doveva fare chi e cosa fosse vietato di fare a chi. Sono secoli che cercano di inchiodare le persone a dei ruoli, quelli più comodi per essere controllati, per essere omologati.
Se c’è qualcuno, nella storia, che ha causato danni psicologici e sociali, che ha davvero rovesciato il mondo, per aver messo le mani su cosa fosse normale o non normale fare (peccato o non peccato), sono proprio questi che ora si innalzano a difensori delle libertà individuali.

I tempi sono duri, non lo nego. Non nego che l’immigrazione sia un problema e neanche nego che esista una manipolazione sessuale, ma mai, MAI, questo deve portarci a desiderare l’omologazione, farci scadere nell’odio, ritenere giusta la ghettizzazione, il ledere o negare diritti, il dimenticare solidarietà e convivenza.
Mai dobbiamo permettere a chi ha lasciato che la situazione diventasse tale, consapevolmente o per ignoranza, di dirci quale sia la strada da prendere.

L’inganno della politica si basa proprio su questo: fomentare le masse in una direzione, poi nell’altra, in modo che prevalga un’ideologia dominante, poi quella opposta, mimando un’inversione di tendenza che sia assimilabile a un vero processo democratico e che faccia imputare la situazione che continua a degenerare, ogni volta alla parte politica che è al governo. Esattamente come far sventolare una bandierina e le bandierine siamo noi.
E’ solo grazie a questi meccanismi, che si basano sulla creduloneria comune e il bisogno di trovare il nemico, che la politica ottiene consensi.

Per fare un piccolo esempio basti pensare che si riesce a far votare Lega Nord a persone del Sud, contente di farlo perché ora i nuovi terroni sono i negri.
Per dimostrare che il problema è trasversale, lo stesso meccanismo ha portato molti, persino tra le fila di quelli che si definiscono dissidenti del sistema, ad esaltare la figura di Putin… un uomo dei servizi segreti, con alle spalle un passato a dir poco oscuro, accusato di politicidio, a capo di uno dei pochi paesi in cui si può ancora finire in galera per un reato d’opinione… Però funziona la sua immagine, nella testa della gente, che lo vede a cavallo, a petto nudo, mentre fa judo, mentre obbliga imprenditori a fare quello che lui dice.
Un’immagine che a molti italiani piace, è già piaciuta durante un ventennio che evidentemente non ci ha insegnato niente.
Va detto che Putin viene visto anche come unico oppositore all’imperialismo statunitense. Eppure dovremmo aver capito che non esistono vere opposizioni e, anche se fosse, siamo davvero così disperati da ridurci al detto “il nemico del mio nemico è mio amico”?

Quello che conta davvero è che anche lui rappresenta il manganello in cui ci rifugiamo quando non sappiamo che pesci prendere. Ci facciamo spaventare a tal punto che siamo disposti a dare via la nostra libertà, a seguire il messia di turno, se è cazzuto, duro e giustizialista anche meglio.
E’ così che nascono le dittature, anche quelle morbide, subdole, quelle da cui non ci si riprende più perché avvertite come normali, come unica soluzione.
Quando diremo basta?! Quand’è che inizieremo a non accontentarci più, a non scendere più a compromessi, a pretendere la libertà, quella vera, quella totale che non dipende dal loro potere, dalla loro grazia, ma da noi. Non abbiamo bisogno di altri manganelli, di altri limiti, di altri gladiatori, di eroi, messia o condottieri.
L’obiettivo dei potenti è sempre stato questo,  che fingano di essere di destra o di sinistra, non è difenderci dagli immigrati e nemmeno garantire la libertà dell’identità sessuale di ognuno di noi. 

Il loro obiettivo è sempre lo stesso: dividerci. Farci concentrare su problemi secondari, limitare gli argomenti di discussione ed evitare che si viva in un mondo veramente libero e prosperoso, perché questo potrebbe permetterci di svegliarci dall’illusione e capire chi sono i veri nemici.