Evaporati



Si stima che circa 100 mila persone scompaiano volontariamente ogni anno in Giappone. “Volontariamente” perché non sono rapiti, uccisi o fatti sparire contro la loro volontà, anzi, sono persone che decidono di sparire nel nulla, cambiano identità e ricominciano da capo le loro vite altrove.

Il fenomeno è chiamato jōhatsu (evaporazione). Questa pratica è talmente diffusa che è diventata un business: esistono aziende che offrono questo servizio legalmente. Cambio di identità, chirurgia estetica, biglietti per città lontane dove si fanno poche domande.

Potrebbe stupire il fatto che una cosa simile accada in uno dei paesi più organizzati del mondo, produttivi, tecnologici, con meno criminalità, con apparati e strutture funzionali, forte senso di civiltà e rispetto.

In realtà tutte queste caratteristiche nascondono scenari orrendi. 

L’inefficienza dei sistemi su cui si basa un paese, la criminalità, il poco rispetto verso gli altri provoca indubbiamente una vita infelice, frustrante e abietta. Ma purtroppo non è vero l’opposto. Infatti, nei sistemi sociali moderni, l’efficienza non corrisponde a felicità. L’assenza di crimine non corrisponde a giustizia. Il rispetto non corrisponde a empatia verso il prossimo.

Nei sistemi sociali moderni, anche quello che pare “funzionare”, per funzionare, ha bisogno necessariamente di disumanizzazione, deindividuazione, isolamento, stress… E nasconde, dietro una facciata splendente, la sistematica disgregazione dell’animale umano, empatico, sociale e collaborativo trasformandoci in automi perennemente infelici e in gabbia, schiavi degli stessi meccanismi che sosteniamo e alimentiamo.