Zero virgola zero zero sei.

Una notizia che sta girando in questi giorni riguarda un rapporto dell’Istituto Superiore di Santià che ha del clamoroso.
Per come lo si voglia leggerlo, il dato è uno solo: i morti PER c0vid accertati sono circa 3700 nel nostro paese. Non 130 mila.
Questo perché quel numero, 130 mila, così allarmisticamente sbandierato, rappresenta individui che sono morti essendo positivi al c0vid ma che per la stragrande maggioranza, come scrive il giornale Il Tempo, “avevano da una a cinque malattie che secondo l’Iss dunque lasciavano già loro poca speranza.”
Addirittura, il 67,7% aveva più di tre malattie. Sempre secondo i dati ISS, il 65,8% era malato di ipertensione arteriosa, considerata tra le prime se non la prima causa di morte al mondo.
Queste sono tutte morti che quindi, ragionando come si ragiona sulle morti che avvengono a ridosso di una inoculazione di uno dei farmaci contro il c0vid, non hanno alcuna correlazione con il virus se non quella temporale. Sono morti durante il c0vid, non per il c0vid. Punto.
Oltre a questo, c’è da aggiungere l’età media di questi morti: circa 80 anni. L’aspettava di vita in Italia, senza il c0vid, è di 82.
Insomma, su 60 milioni di persone, possiamo essere certi che lo 0.006% è stato effettivamente ucciso dal virus. Zero virgola zero zero sei.
 
Quindi chissenefrega? il virus non esiste? è tutto un gombloddoh?
No, semplicemente e realisticamente, dobbiamo renderci conto che i numeri che ci hanno sempre presentato a livello mediatico non sono reali, o meglio, non hanno mai dato il reale polso della situazione; eppure, sono numeri spacciati per certi e su cui si sono prese delle decisioni fondamentali. Stiamo parlando di un qualcosa di tragico che però ha riguardato una fetta di popolazione ben precisa, non un fenomeno globale che necessitava di misure altrettanto globali.
La frase “130 mila morti di c0vid in Italia” è una frase che non tiene conto dell’età e della mancata correlazione scientifica tra la morte e il virus stesso. Punto. È una frase semplicemente falsa usata per arrivare a quello che abbiamo adesso. Punto. Non è il c0vid, è una decisione politica.
 
Per carità, a me questo rapporto non fa né caldo né freddo, è solo l’ennesima prova che la pandemia e il virus sono stati usati come grimaldello per attuare una propaganda atta a determinare cambiamenti socio-politici e avere l’appoggio per decisioni politicamente liberticide e eticamente mostruose altrimenti impensabili come quella di negare il diritto al lavoro o surrettiziamente obbligare le persone a un trattamento sanitario senza assumersi la responsabilità delle conseguenze, anzi, creandosi uno scudo penale.
Le evidenze sono molte e questa è solo una delle tante.
A me stupisce chi, come me, non fa una piega, ma ha sempre pensato che non ci fosse nulla di strano né nella narrazione ufficiale né nelle misure introdotte.
Ed è questo il punto.
 
Se un tempo lo stato agiva nell’ombra per organizzare e attuare strategie politiche impopolari, oggi questo non occorre più. Un tempo video, documenti e sentenze che provavano la complicità dello stato in nefandezze ai danni dei propri cittadini arrivavano decenni dopo i fatti ed è comprensibile che questo possa mitigare fortemente una risposta del pubblico: i fatti sono lontani, le persone coinvolte sono morte o non hanno più potere decisionale, ecc.
Oggi le evidenze ci capitano davanti a distanza di qualche anno, addirittura qualche mese, a volte immediatamente. Basti pensare alle immagini dell’infiltrato delle forze dell’ordine che scuote un blindato per, secondo il ministro dell’interno, “testarne la forza ondulatoria”. Queste sono cose che avrebbero, come minimo, fatto cadere un governo in passato.
Oggi abbiamo davanti tutti gli elementi che di solito vengono raccolti in decenni. Allora perché succede poco o nulla?
 
Il fatto è che i tempi sono cambiati parecchio e la strategia dello stato non è più quella fondata sulla segretezza. Quella non serve più perché da una parte sarebbe quasi impossibile attuarla con i mezzi di divulgazione moderni, dall’altra, e qui sta il punto centrale, il motivo è che sono cambiate le persone e la percezione della realtà: non occorre la segretezza ma anzi le informazioni possono essere spiattellate in faccia al popolo perché questo non giudica le informazioni razionalmente ma emotivamente. Ovvero la narrazione ufficiale non è più quella elargita da un governo autorevole e credibile che quindi si instaura nelle menti a livello razionale e che perciò può essere smontata a livello razionale. Oggi la narrazione è costruita in maniera già poco credibile a monte ma molto, molto emozionale. Ecco che allora nuove informazioni logiche e razionali non possono scardinare quella narrazione perché questa fa leva sulle emozioni (le emozioni del grande numero di morti, della caccia all’untore, della speranza, del cittadino eroico che fa il proprio dovere, ecc.). Ecco che i fatti, i dati non hanno più alcuna importanza perché sono dati razionali e logici che non toccano l’emozione che ci ha legati alla narrazione.
 
Solo per ricordare qualche passaggio:
Ci hanno rassicurato che il virus non fosse stato creato in laboratorio chiamando complottista chi aveva dei dubbi… e adesso invece è una realtà plausibile tanto che il WHO ha investigato in proposito. (https://bit.ly/3vBIEhg)
Ci hanno venduto il farmaco anti-c0vid come efficace al 100% contro tutte le varianti… e adesso invece si sa che l’efficacia sulla variante Delta è circa 50% (come il lancio di una monetina), chissà in futuro su altre varianti. (https://bit.ly/3EduZ3f)
Ci hanno venduto l’idea che comunque con il farmaco sei “immunizzato”… e adesso sappiamo che anche chi prende il farmaco può infettare ed essere infettato, dopo circa 3 mesi un inoculato ha la stessa protezione di un non inoculato. (https://bit.ly/3EduZ3f)
Ci avevano rassicurato che l’idea di un pass basato su un vaççino fosse una roba da complottari… e adesso abbiamo un pass vaççinale che addirittura può far perdere il diritto al lavoro.
E potrei continuare a lungo, ma il punto è che tutto questo è successo e può continuare ad accadere senza che avvenga una reale presa di posizione da parte della maggioranza (in un clima di totale antagonismo che vede chiusura mentale, derisione, uccisione del dibattito scientifico, medici radiati, censure più o meno palesi, ecc.) non perché esiste una narrazione solida, anzi, ma solo ed esclusivamente grazie all’ingegneria sociale, alla psicologia delle masse applicata in precedenza.
 
Sono molto pessimista, onestamente.
Stiamo vivendo un’epoca di profondissima trasformazione che però non viene percepita come tale.
Gli elementi in campo possono sembrare sempre gli stessi come l’uso dei servizi e dell’estrema destra, le infiltrazioni, la propaganda, ecc. ma il contesto rende tutto completamente diverso e diverse sono anche le strategie e i loro risultati. Sono tempi che necessitano di una forte reinterpretazione delle forze in campo. Ed io sono molto molto preoccupato.