faccio fatica a vedermi

estraniazione. volenterosa, con disciplina. non mi riesce così facile. ma è l’unico modo per togliere la vita dal controluce naturale in cui è immersa e che ne cancella i dettagli.
restare da solo con me è l’unico modo di fare pace col mondo. è inutile che ci giri intorno. che mi rammarichi sui ricordi dondolanti di un treno, sulle lenzuola d’albergo, le brandine d’ospedale o i palchi di legno scuro. perché ormai rimane solo questo: passare in rassegna i vari set della mia vita come fossero diapositive, ed io lì in mezzo alla stanza buia, faccio avanti e indietro tra le immagini. backstage di film vecchi eppure ancora presenti, eppure apparentemente irripetibili.
faccio fatica a vedermi, eppure ci riesco. la diapositiva prende vita, si anima delle comparse, dei colori… poi arriva la mia faccia. estranea ormai.  e più la guardo più m’innamoro. ma mi rendo conto che è uno di quegli amori complicati, quelli che non si spiegano, che non ti spiegano cosa ami davvero. perché a volte si ama solo la nostalgia. e qualunque cosa essa tocchi. anche la morte e il dolore.
quindi forse non mi amo. amo solo il non essere più il tizio sullo schermo. e amo questo perché fa talmente male da essere sublime e tremendo.
le diapositive scorrono e io mi sento sempre più distante dal tizio nelle immagini, e anche dal tizio che le sta guuardando. mi sento sempre più simile all’ombra cangiante e nervosa della poltrona con me sopra che si staglia mezza sul pavimento, mezza sul muro. sottile, nervoso, indeciso, inutile.
essere onesti è anche questo? mi chiedo. ed essere felici? cos’è più importante? come ho già detto non esiste più alta forma d’altruismo che quella di un sano egoismo, o meglio dire, edonismo egoista.
essere felici significa essere giusti con se stessi ed è condizione necessaria per esserlo con gli altri.
e quindi essere onesti? come si pone nell’equazione? come si pone perdere la felicità a causa dell’onestà? perché capita di causare l’allontanamento delle persone quando si è onesti. e questo mi rende triste a prescindere. anche se ad allontanarsi sono degli stronzi.
felice ed onesto? cos’è? un ossimoro? io spengo il proiettore e provo a scoprirlo.