in contro

dov’è la tua vita?
sembra tutto come prima a parte i chili in più e in meno, pare tutto immutato eppure si son spostate persino le montagne. ma l’aria intorno non lo dice.
per una volta m’hai fatto pensare a cosa mi fa essere… non a cosa non non sono; e ragionando ho pensato che ci sono cose che uno fa senza una vera spiegazione, ma che dicono più di altre cosa sei.
e se smettessi di farle?… beh il vento è tale solo se spira, se no è solo aria. capisci?
ed io mi chiedevo sul serio dov’era la tua vita mentre stavamo seduti, quasi mi sfuggisse tra le mani, quasi lo avesse sempre fatto persino quando davvero l’avevo tra le mie mani.
ma più che capire, che indagare, mi vedo come l’antropologo di me stesso, che dice mezze frasi, fa mezze cose, per sedare quella curiosità empirica o quasi da laboratorio, egocentrica e folle… come fossi solo il testimone di tutto questo… di anni che scrosciano giù come pioggia violenta e portano via quello che già non se n’è andato da solo.
se ti dicessi che io sono complice di questa pioggia? lo so che non mi guardi negli occhi perché hai paura della mia follia, o semplicemente la bolli come ridicola, non dai peso a ciò che dico. in ogni caso fai bene: tieni gli occhi sulla strada, guida veloce verso la tua meta, ma non ti lamentare se nessuno ti considera e tu non ti riconosci: non si parla al conducente e se ti specchi vedrai solo un’immagine confusa, riflessa in movimento…
forse arriverai a desiderare… a rimpiangere di non essere anzi come questi due tappi di birra appesi al muro.