l’altra bocca

ho due bocche da sfamare.
una ce l’ho in faccia e la sfamo senza troppe complicazioni, da occidentale, alla mediterranea.
l’altra non so dove si trova e non riesco a saziarla. riesco solo a sentirne la foga, l’impetuosità con cui mi rende un fantoccio… con cui mi fa divorare carne, sangue, anima, senza riempire mai lo stomaco: a lei non importa… importa solo che sian piene la fauci, il più possibile, in movimento… le importa sentire i denti dividere le cose, spezzarle e farne poltiglia… neanche il sapore conta. non è così raffinata da sentirne alcuno ed è impossibile insegnarglielo: non ha lingua.
e perché non la placo se non divorando? perché continuo ad essere il suo burattino?
perché non posso fare altrimenti… o forse perché c’è un nesso che mi sfugge, una simbiosi animalesca che non ci permette di separarci: non ci conviene… lei si nutre ed io mi muovo, esisto e sono…
ma se non volessi?…