Libero dal lavoro? Dipende

Stavo pensando a una cosa molto curiosa.
Se tu fai anche solo vagamente riferimento a come ha vissuto (e vive ancora, anche se sempre più raramente) l’essere umano in natura, in particolare sottolineando quanto si possa vivere senza stress, orari, scadenze, ecc. e godendo di quello che la natura crea intorno a te condividendo tutto con i tuoi cari, ti danno subito dello scansafatiche tappandosi le orecchie su qualsiasi altro punto sollevato nel discorso ed elogiando questo mondo basato su merito, fatica, produzione, gente che lavora.
Poi invece quando ti fanno vedere i prossimi prodotti tecnologici con cui le fabbriche producono il triplo senza sforzo umano, con cui puoi viaggiare velocissimo in perfetta comodità o magari solo con la voce comandi la casa, ordini regali, ricordi ricorrenze di persone care, tutto senza muovere un dito, anche se tutto questo esiste solo grazie allo sfruttamento indiscriminato di persone, cose, animali, improvvisamente questa è una cosa buona, positiva, che libera l’essere umano dal lavoro…
Quindi se vuoi liberarti dal lavoro nella natura sei uno scansafatiche idealista. Se invece vuoi liberarti dal lavoro con la tecnologia, in un mondo dilaniato da quella stessa tecnologia, allora sei una persona saggia, sensata, produttiva che alimenta un progresso di successo da tutelare e accelerare.
Strano, eh?