Qual è la nostra fonte sull’ISIS?

La maggior parte delle informazioni sull’ISIS, sono veicolate da un’unica agenzia finanziata dai servizi di intelligence Usa e da gruppi privati.

1424598678-siteSembra assurdo nell’epoca dell’informazione globale, ma i monopoli si celano veramente ovunque. Non fa eccezione un argomento sensibile e delicato come quello del cosiddetto terrorismo, quello dell’ISIS in particolare.
La principale fonte di informazione occidentale su questo gruppo di personaggi incappucciati che tagliano teste e bruciano persone terrorizzando il mondo intero, fa capo ad un un’unica organizzazione: questa fonte è SITE (Search for International Terrorist Entities).
Non stiamo parlando di una piattaforma qualunque, ma del principale punto di riferimento al mondo per i giornalisti che si occupano di terrorismo internazionale, ed in particolare di formazioni estremiste di matrice islamica.

site2-U200433593701Wv--673x320@IlSecoloXIXWEBNon è un caso che questa organizzazione abbia rilasciato prima di tutti gli altri, i famigerati video di propaganda ISIS, gli stessi video poi analizzati e riconosciuti ormai da mezzo mondo come stranamente pieni di ritocchi grafici, post produzione e artefici poco spiegabili (si consideri il comportamento inspiegabile di molti ostaggi, ombre non realistiche rispetto all’illuminazione, riprese e montaggi hollywoodiani, ecc) se consideriamo che dovrebbero essere realizzati da delinquenti con l’unico scopo di mostrare la loro ferocia.
(si veda TGCOMTODAY.it, IL MESSAGGERO)

BG+F15dyS7BtQTLFjv3OYerKujlev4=--L’organizzazione SITE è stata fondata ed è diretta da Rita Katz, nata nel 1963 a Bassora, seconda città dell’Iraq, da una famiglia ebraica.
Nel 1968, suo padre fu arrestato dal regime di Saddam Hussein con l’accusa di spionaggio in favore di Israele, torturato e impiccato sulla piazza centrale di Baghdad, davanti a una folla di mezzo milione di persone. 
Rita ha studiato all’università di Tel Aviv e ha svolto il servizio militare nella Israeli Defense Force, parla arabo ed ebraico, sionista convinta
wafa_al_jazeeraNel ’97 entrò negli USA, per seguire il marito, come ricercatrice per il MEMRI (Istituto di ricerca sul Medio Oriente), istituto che traduce nelle lingue occidentali tutto quello che accade in medio oriente, già sotto accusa di essere uno strumento di propaganda israeliano, per poi mettersi in proprio e fondare il SITE. Si ricorda un video del vice-capo di Al Queda, Ayman al-Zawahiri, che entrò in possesso della SITE prima ancora che fosse pubblicato sui siti internet dei militanti.

Recentemente l’allarme derivante dal famigerato hashtag #Arriviamo_a_roma che mostrerebbe la volontà dei jihadisti di “invadere” l’Italia e rilanciato proprio dalla direttrice del Site, Rita Katz, è stato oggetto di forti dubbi. Come riferisce Wired, diverse società di monitoraggio della rete hanno ricercato quella frase trovando ben pochi ed inconsistenti risultati e le foto connesse alla notizia contengono solo immagini di pickup in marcia verso Nawfaliyah, in Libia.

Rita-Katz-300x228Rita Kazt continua a dire di scovare i suoi video, come quello della decapitazione del giornalista americano Steven Sotloff, in alcune chat room jihadiste protette da password. Ci monta su il logo del Site e li distribuisce al mondo con una traduzione in lingua inglese. Così costruisce la realtà, o buona parte di essa, sui filmati e le minacce dello Stato islamico oggi, e di al Qaeda ieri.

Che nell’era della comunicazione globale un personaggio come Rita Katz, con il suo passato, pagata dagli Usa e dai servizi di intelligence, sia praticamente l’unica fonte mediatica sull’Isis, e detti i tempi della politica mondiale sul terrorismo, francamente, suona un po’ strano.

 

fonti:
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11759092/Rita-katz–la-spia-del.html

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/spia-che-scova-i-video-dellisis-e-riesce-sempre-averne-1097457.html

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/16/isis-il-monopolio-di-site-sui-video-del-terrore/1429142/

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2015/02/20/ARvH1zaD-hashtag_arriviamo_emergono.shtml