Quanta finzione…

Post su Facebook di Chiara Lyn

<<Avrò il mi piace a 30.000 pagine che curano gli argomenti più disparati.
Ho la Home che passa da un post imbecille all’articolo più serio ed interessante.
Potrei condividere con i miei contatti qualunque cosa mi passi sotto gli occhi.

Invece, ogni giorno di più, mi rendo conto di quanto tutto questo sia una finzione, un mondo parallelo, in cui vomitiamo il nostro ego, convinti di poter ”interagire” con gli altri pur non avendoli vicini.

La realtà, invece, quella vera, fatta di ciò che facciamo, che pensiamo, è ben altro. Ci sfugge ogni volta che accediamo all’app di Facebook o Twitter dai nostri cellulari.
Ogni accesso è un momento rubato alla realtà. Risucchiati impunemente dalla tecnologia, dai nostri alter ego e da quelli dei nostri ”amici”, distruggiamo il reale. Digitiamo sulle tastiere compulsivamente i nostri pensieri, rendendoli pubblici, decodificati dal linguaggio, la gabbia perfetta.

Abbiamo smarrito la ragione, quella che io chiamo anche intuizione primordiale.
Quella che potrebbe, in modo naturale, guidarci verso un pacifico equilibrio dell’esistenza, quella che ci permette di vedere l’altro come un’estensione di noi stessi, quella cosa che non ha un nome preciso, ma traccia il confine perfetto tra un’esistenza delegata al nostro ego e la NOSTRA esistenza.

E attenzione, l’esistenza da terrestri, qui, ora, non è da immaginare come una missione o chissà cosa, è questo l’errore che ci spinge a voler continuamente ricoprire un ruolo, senza il quale ci sentiamo vuoti.
L’esistenza altro non è che esperienza fine a se stessa, una belligerante pacifica traversata biologica su questo pianeta.
Dopo cosa c’è? Bhe, chi lo sa, non sappiamo da dove arriva la carota che abbiamo in frigorifero, cosa vuoi che ne sappiamo di cosa ci attende ”dopo”.

L’abitudine di creare aspettative nei confronti della vita, non solo ci fa smarrire la vita stessa, ma la rende anche un continuo proiettarsi altrove, perdendo l’attimo che viviamo.

Invece, pare, sia naturale vivere e basta, senza preoccuparsi di chi o cosa ci voglia qui. L’esperienza diretta ci è stata rubata, guardiamo tutto in tv, leggiamo di tutto qui, facciamo tutto per interposta persona, ovunque, in posta ci mandano le lettere, votiamo per decidere come spendere i soldi, ci fidiamo di aziende che producano il nostro cibo, persino il nostro corpo è in delega, ci sediamo lì, alla scrivania di un medico che ha persino il presunto potere magico di dire quanto ”ci resta da vivere”.

E così, delega dopo delega, proiezione dopo proiezione, la vita sfuma senza autenticità, senza che mai ci si sia fermati un attimo con il volto al sole, per goderne del calore, senza che mai, per un attimo si sia stati ”presenti” a noi stessi, li, in quell’istante.

Leggo e rileggo informazioni, notizie, musiche, vedo simboli ovunque e sempre più mi è chiaro il disegno di questa che voi chiamate civiltà e che pensate imprescindibile, nata con l’uomo.

Bhe no, non è stato sempre così. Per due milioni di anni l’uomo ha vissuto libero, senza linguaggio, senza simboli, senza codici, essendo semplicemente un terreste, senza alcuna irregimentazione.

Non c’è nulla di male nel non voler accettare che TUTTO, davvero TUTTO sia una gabbia, lo capisco, lo vedo che si fa fatica persino ad accettare il fatto che un altro essere vivente non possa essere a nostra disposizione, vedi l’attacco continuo a chi come me ha scelto di non nutrirsi di altri terrestri.

Il rifiuto della vita per come ci viene presentata, è un atto coraggioso, e non è facile continuare a stare qui in mezzo.

Non è facile essere coerenti con ciò che si è appreso e si pensa.
Ma non potrei essere diversa e non potrei che sognare un mondo libero dalla vostra ”malattia”.>>

Chiara Lyn Russo

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