senso vietato



forse saranno solo altre parole…
non "solo", forse… "altre" sicuramente.
se mi bisbigli scherzando "andiamo via dalla vita che ci siamo inventati", avresti paura se rispondessi "prendo le chiavi"?… dovresti…
i desideri non son altro che bisogni. li chiamiamo desideri quando abbiamo paura di considerarli bisogni, o quando abbiamo paura di poterli soddisfare davvero.
alla fine mi sento davvero un po’ strano… sono un giocatore d’azzardo, come tanti in questo casinò.
ma pochi come me, giocano con filosofia e cognizione di causa… per questo forse non sono spesso il benvenuto: qui ai padroni e alla gente, piace chi gioca. punto.
sto attento a non sporgermi troppo, solo perchè non sarei l’unico a cadere… e, alla fine, è anche bello cadere in due… ma solo se non c’è nulla a trattenerci.
siamo e rimaniamo equilibristi, per lo meno è questo che ci urlano dagli spalti… dobbiamo rimanere in piedi… ma quanta voglia di non esserne in grado!
a volte sembra solo una sfida, qualcuno che m’invita a fare un passo in più… "uno piccolo dai, che ti costa?"… in un luogo proibito, forse sbagliato. un invito a perdere il cervello, a perdermi del tutto, seguendo l’odore di ricordi altrui, che mi fecero innamorare così, come voltare la pagina d’un libro, seguendo il suono delle risate, il ruzzolarsi nel nonsenso…
e d’un tratto… la voce si trasforma in sogno… proprio lì nel letto, per confondersi con la realtà. prima solo la tua voce, poi le labbra, la lingua… su di me… la mia su di te… e il buio lentamente s’illumina, diventa giorno, permea sotto le lenzuola, e lì vedo finalmente il tuo viso, il tuo sguardo, specchio del mio.