Greta e manipolazioni varie ed eventuali

Sono l’ultimo a credere che dietro Greta Thunberg non ci sia NULLA, ovvero che sia SOLO una sedicenne qualunque che ha iniziato una battaglia per il clima e SOLO grazie al suo sciopero è finita a parlare all’ONU oltre che essere menzionata ovunque si parli di ambiente.
Dietro Greta c’è EVIDENTEMENTE una propaganda di stampo mediatico, esattamente come si fa con qualunque tipo di influencer.
Ma a questo punto, per prima cosa, bisogna scindere il messaggio dal messaggero e accompagnare la consapevolezza della presenza di una operazione di marketing con una valanga di dubbi e non di un “c’è marketing quindi è manipolata e quindi il messaggio non vale niente”.
Secondariamente bisogna anche valutare COME viene criticata Greta e soprattutto da CHI, perché anche questo è un grosso pezzo del puzzle che invece stranamente viene ignorato da chi si crede un risvegliato del nuovo millennio contro i poteri forti.

Tanto per fare qualche esempio, tra i firmatari della tanto sbandierata lettera che 400 scienziati avrebbero mandato all’ONU mostrando il loro scetticismo sulla connessione CO2-cambiamento climatico troviamo persone connesse a diversi think tank tra cui:
– Il Cato Institute: think tank statunitense fondato dal miliardario “filantropo” (sì ce ne sono tanti come il vecchio Soros che citate sempre) Charles Koch. Questa organizzazione sostiene una filosofia politica di chiaro stampo liberista, ovvero promovendo una piena economia di mercato senza intervento dello stato. Alcune cose promosse da questo think tank sono: abolizione delle leggi sul salario minimo; opposizione all’assistenza sanitaria universale; privatizzazione di molte agenzie governative (tra cui il servizio postale ed il sistema scolastico).

– Il Heartland Institute: think tank di orientamento conservatore e liberista che negli anni ’90 del secolo scorso ha tentato con Philip Morris di screditare i rischi per la salute del fumo passivo e di fare pressioni ai governi contro i divieti di fumo.

Queste organizzazioni fanno parte della rete Atlas finanziata da Koch assieme ad altre organizzazioni che spingono verso il libero mercato come l’Institute of Economic Affairs (AEA), l’Adam Smith Institute (ASI) e la Taxpayers’ Alliance.

Una delle voci più forti contro il cambiamento climatico arriva da un gruppo di negazionisti con sede nei Paesi Bassi chiamato Climate Intelligence Foundation (Clintel). Il gruppo è stato fondato da Guus Berkhout che ha iniziato la sua carriera presso Shell e ha istituito il Consorzio Delphi negli anni ’80 per lavorare su nuovi modi per estrarre petrolio e gas. I piani di metà 2019 di CLINTEL e Berkhout sono trapelati dimostrando che stavano organizzando una campagna contro gli impegni politici per produrre leggi che promuovessero la diminuzione di emissioni. Queste campagne hanno tra le loro fila centinaia di negazionisti del cambiamento climatico, tra cui accademici, politici e lobbisti.

Un articolo contro Greta che ho visto condividere tantissimo è apparso su LiberoQuotidiano (e già basterebbe questo) ed è a firma di Renato Farina ex deputato PDL, ex vicedirettore di Libero. Proprio mentre era a Libero ha collaborato con i Servizi segreti fornendo informazioni e pubblicando notizie false in cambio di denaro. Al processo Farina ha patteggiato la pena di sei mesi di reclusione, commutata poi in una multa di 6.800 euro. Alla vigilia delle elezioni politiche italiane del 2006, Farina pubblica sul quotidiano Libero un falso dossier, preparato dal Sismi, secondo cui Romano Prodi avrebbe autorizzato, come Presidente della Commissione Europea, le extraordinary rendition della CIA in Europa, come nel caso di Abu Omar.

Poi ci sarebbe da aggiungere tutto il coretto dei blogger, youtuber e ricercatori finto-indipendenti più volte già presi con le mani nel sacco a far parte di reti ben estese, ben finanziate e ben orchestrate camuffate da “singole voci dissidenti”. Uno per tutti: Luca Donadel che nonostante i suoi video casalinghi e il motto “né di destra né di sinistra” in realtà si avvale di collaboratrici come Francesca Totolo anche lei beccata a creare fake news sui migranti e lavorare attivamente con Il Primato Nazionale, testata online legata a CasaPound. Una goccia nel mare delle nuove leve del panorama reazionario italiano che macina propaganda a suon di meme e fake news.

E qui si aprirebbe un vaso di pandora enorme perché di think tank di estrema destra ce ne sono diversi, anche molto potenti. Un nome su tutti è quello di Steve Bannon che sta dietro al forse più grande scandalo informatico e politico dei tempi moderni, quello di Cambridge Analytica. Cambridge Analytica è stata fondata nel 2013 da Robert Mercer, un miliardario imprenditore statunitense (un altro Soros di cui non sapete niente?) con idee molto conservatrici che tra le altre cose è uno dei finanziatori del sito d’informazione di estrema destra Breitbart News, diretto proprio da Steve Bannon che è stato consigliere e stratega di Trump durante la campagna elettorale e poi alla Casa Bianca. In soldoni Cambridge Analytica ha violato la privacy e raccolto in maniera fraudolenta dati sensibili a decine di milioni di utenti Facebook (tra l’altro pare che Facebook sapesse benissimo di questi “furti”) per mettere in piedi una macchina di marketing-propaganda senza pari che ha fatto prevalere le campagne elettorali dei politici americani Donald Trump e Ted Cruz oltre che quella per la Brexit.
Ma ovviamente i vari “informatori” “indipendenti” non ne hanno parlato più tanto. Chissà perché…

E ce ne sarebbero di cose da dire ancora, per esempio:

– Sul video di Carlo Rubbia che “smonta il riscaldamento globale” -> non smonta niente: i dati di temperature a cui fa riferimento sono errati o sono stati rivisti e inoltre lui stesso propone soluzioni per abbattere la CO2 in quel video, in perfetta linea con quello che aveva dichiarato nel 2007 al Senato facendo riferimento al lavoro dell’Ipcc: «il suo ultimo rapporto ha dimostrato in maniera indubbia che gli effetti antropogenici sono la causa più probabile del cambiamento climatico». A parte questo, il suo intervento rimane limitatissimo facendo ancora riferimento a economia e sviluppo, gli stessi paradigmi che ci hanno portato dove siamo adesso.
– Sul “La colpa è di Cina e India!!!!” -> quei paesi sono le nostre periferie, dove l’occidente ha delocalizzato le proprie industrie: il loro inquinamento esiste per produrre le nostre cose. Sarebbe come dire che io che sto in centro città non mi devo sentire responsabile per l’inquinamento della fabbrica fuori città che produce le cose che acquisto.

– Sul “Greta ha solo 16 anni ed è malata, io da genitore non la esporrei tanto!” -> certo, per proteggerla dalla cascata di letame di cui magari è complice proprio chi sostiene che non vada “esposta” e comunque va bene tutto basta che non si parli sul serio di clima, no?

– Sulla montagna di foto false che ritraggono piazze lerce dopo le manifestazioni per il clima -> eh vedi che incoerenti? Quindi posso continuare ad essere incoerente anch’io.

– Sul contestare quella frase di Greta “mi avete rubato l’infanzia” paragonandola a quello che passano ragazzi meno fortunati di lei, ovviamente tagliando la frase successiva in cui continuava “eppure io sono una delle più fortunate” dimostrando la malafede di chi mette in giro certe schifezze. Poi qui, se non lo avete capito, si sta parlando di un cambiamento climatico che travolgerà chiunque, da chi cuce palloni nel sudest asiatico a chi fa i campus di equitazione, quindi dimostrare che Greta è fortunata o addirittura ipocrita non è un’argomentazione contro le sue parole ma solo contro l’intelligenza di chi usa quelle argomentazioni.

Va bene mi fermo qui altrimenti davvero ci sarebbe da scrivere in eterno.
Il quadro è chiaro: la superficialità e la creduloneria toccano livelli epocali in questo ambito, sia dalla parte di chi difende Greta sia dall’altra e mi pare di capire che l’esasperazione dei concetti, dei personaggi, delle storie serva proprio a questo: a creare due realtà contrapposte che si scannino lasciando sul campo di battaglia la verità che serviva comprendere. Il fronte dei pseudo rivoluzionari che combattono i poteri forti con le loro fonti indipendenti contro i main stream si rivelano più plagiate e fabbricate di un Tg di Emilio Fede.
Ma tranquilli, Greta è manipolata. Voi no.