Epidemie Cerebrali – PODCAST n° 32

Mi sono rotto i coglioni.

In questo periodo sono stato molto silenzioso a causa del mio stato di salute che continua ad essere pessimo e una serie di eventi mi sta tenendo in scacco in un limbo pre-operatorio che non si sa quando finirà né come finirà.

Nonostante tutte queste mie difficoltà sono qui a scrivere e parlare perché mi sono rotto i coglioni. E qualcosa la devo dire. Non dirò niente sul coronavirus perché non ne so niente, le informazioni sono così contrastanti e frammentarie che chiunque dica qualcosa con certezza sta sbagliando e quindi preferisco ascoltare piuttosto che parlare. E questo lo dovrebbero fare in tanti.

Parlerò invece di quello che il coronavirus ha generato perché, al di là del virus, qui siamo di fronte a un evento sociologico senza pari che non può essere ignorato e la cui sintesi non può che essere aspra e deprimente perché ha messo perfettamente in luce chi siamo e dove stiamo andando e soprattutto come: a testa china e a passo d’oca.

Ho visto persone che per 365 giorni l’anno sono dei perfetti robottini assuefatti al potere, comodamente soggiogati al padrone di casa, al capo ufficio, al sindaco, al poliziotto, al portinaio, persone che votano, vanno in chiesa, ascoltano talk show, acquistano quello che non gli serve, perfettamente immersi in questo fetido liquame abitudinario e servile, diventare improvvisamente degli improvvisati Che Guevara quando hanno dovuto rinunciare all’apericena o alla discoteca, spacciando il loro astio come difesa di una libertà che non hanno mai avuto mentre stavano soltanto ipocritamente difendendo un pezzetto del loro egoismo.

E dall’altro lato di questi finti rivoluzionari ho visto gli aspiranti sceriffi dimostrare quanto questo paese sia profondamente autoritario, persone che denunciano il vicino di casa perché ha messo il naso fuori dalla porta: per senso di responsabilità? Quale responsabilità? Guardatevi attorno e ditemi se mai c’è stato un diffuso senso di responsabilità. No questa è voglia di repressione, al fine di essere tutti alla stessa identica catena, al fine di sentire nelle proprie mani un briciolo di quell’autorità da cui si è a propria volta soggiogati.

Non mi stupisce certo che in questo gioco delle parti ci caschi la maggioranza delle persone, ma vedere pure dei sedicenti libertari inneggiare all’esercito per le strade da una parte o dall’altra il “fare quel cazzo che mi pare” è stato molto triste, se persino i libertari si mettono a fare lingua in bocca col potere o con concetti che potrebbero stare in bocca a un qualunque capitalista… ci siamo capiti.

Il tutto nella disperata ricerca di eroi (dottori, polizia) e untori (il ciclista, il corridore), immersi in una retorica a cui si può credere solo si ha talmente la testa in profondità in questa melma da essere diventata l’ossigeno stesso di cui si campa e non si è più in grado di riuscire a fare un passo di lato a vedere le cose con lucidità.

La lucidità, il senso critico, il ragionare, avere un’opinione, sapere perché si ha un’opinione. Tutto ciò è andato completamente perso, questa è la vera epidemia. Esistono pacchetti di pensieri preconfezionati da acquistare dal produttore di fiducia, poco importa se è Mentana o il canale youtube Noncielodicono, non fa alcuna differenza. L’importante è acquistare un pacchetto. Se hai visto il servizio del TG nazionale dedicato alle scienze, Leonardo, in cui nel 2015 si parlava di un laboratorio a Wu-han dove si cercava di creare un virus polmonare, basato sulla sars, usando proteine prelevate da pipistrelli, che potesse attaccare anche l’essere umano hai solo due possibilità: o quella è la prova definitiva che il covid 19 è stato creato sicuramente in laboratorio oppure citi una ricerca di nature che smentisce che il covid19 sia quel virus di cui parla la trasmissione che automaticamente può essere chiamata “fake news”. Poco importa se, da una parte, non si può avere la certezza che il covid 19 sia lo stesso virus della trasmissione e dall’altra poco importa se quell’articolo di nature conclude in realtà che non si può assolutamente determinare se stiamo parlando dello stesso virus oppure no. Non importa nulla. Devi schierarti. Fatti convincere da un conformismo miope, un confomismo convenzionalista o un conformismo complottista. Non importa. O credi ciecamente che il covid 19 sia stato creato in laboratorio perché lo ha detto la Rai o credi ciecamente a una ricerca scientifica che non smentisce nulla. E poi si può passare a schernire il prossimo, quello che si è bevuto la fake news della rai (la fake news della rai???) o si è bevuto la ricerca di quegli scienziati al soldo di bigpharma ma solo perché son venduti eh, mica perché ho letto la ricerca. Non contano i fatti. Conta con chi ti schieri.

Non conta il fatto che queste epidemie siano l’ovvio risultato di una civiltà che sta fallendo sotto tutti i punti di vista, come stanno cercando disperatamente di far notare moltissimi studiosi di clima e di antropologia, una civiltà che con i suoi ritmi e le sue abitudini, per mantenersi in piedi, genera dei mostri aberranti da cui poi promette di liberarci, un giorno. Pensate davvero che un mondo al collasso per continue distruzioni ambientali, la diminuzione degli habitat, lo sfruttamento degli animali e il costringerci a stili di vita assurdi non ci condurrà verso la catastrofe? Credete che questo modo di agire ci salverà da quello che questo modo di agire sta causando?

E allo stesso modo non conta quanto ci stiamo muovendo verso un nuovo modello di autoritarismo mai visto prima. No, non guardate in quella direzione, non mettetevi a pensare come sia stato facile e indolore riuscire a spegnere con decreti delle libertà costituzionali, ovvero la base stessa di quella che chiamate democrazia, è quella per cui voi andate a votare, eppure quando barano sulle regole a cui voi state, nemmeno ve ne accorgete. Dove non sono riuscite le dittature palesi, dove non è riuscito il terrorismo, riuscirà la scientocrazia. Un nuovo modo di farvi sentire in perenne stato di crisi e in perenne stato di bisogno di essere tutelati e difesi da un potere indiscutibilmente buono e giusto, anche se è lo stesso potere che vi ha messo nello stato di bisogno. Mentre ci si lamenta di non poter andare a ballare e mentre si denuncia il figlio del vicino che sta pericolosamente seduto fuori sulla panchina da solo, qui si sta disegnando un nuovo paradigma sanitario in cui l’individuo e l’ambiente continuano a contare sempre meno, ma conterà sempre di più la medicina. Continuiamo a fare di tutto per avere un mondo malato, vite malate, pensieri malati, non li mettiamo in discussione mentre la scienza ci promette la medicina. Continuiamo a martellarci lo scroto, nessuno mette in discussione questo gesto e ci fidiamo che ci verrà dato un martello migliore. Siamo di fronte a un paradigma pericoloso e criminale che farà sparire il concetto stesso di salute in favore di una medicalizzazione perenne, indiscutibile e forzosa. Anche questa, come è stato per la giustizia, la morale, l’istruzione, non sarà più una cosa nostra ma sarà un fantomatico bene pubblico di cui non potremo più disporre perché delegato al potere di turno.

Finché non metteremo in discussione questa civiltà non faremo altro che restare nel gioco e questo gioco ha una sola conclusione.