abbandono & noncuranza



sopravvivo incosciente tra difficili respiri… aspri e profondi.
incosciente quanto la morte, se fosse un automa programmato.
sbandieri la tua forza ora che sei debole, solo perchè io sono stato debole prima di te.
e continuo il cammino tra stanze abbandonate… fa differenza se fuori c’è una promessa di una vita felice? i miei passi dicono di no… lo hanno sempre fatto.
apro e chiudo porte… di stanza in stanza…
e l’eco dei miei gesti le riempie con la violenza che ha un qualsiasi rumore, dopo troppo silenzio.
ci lascerei il mio sangue su questo pavimento… ne farei tappeti delle mie viscere… e tende con la mia pelle…
lo avrei fatto. ma non ho più tempo: sto uscendo… non mi aspettare alzata…
e l’unica risposta è il suono metallico delle mie chiavi che girano nella toppa.